Efficacia della Back School
I NUMEROSI STUDI CHE DIMOSTRANO L’EFFICACIA DELLA BACK SCHOOL
Il Professor Fabio Scoppa, coordinatore scientifico del Master in Posturologia dell’Università La Sapienza di Roma, ha pubblicato nel 2010 un volume molto valido sul trattamento della lombalgia: “Ernia del disco: un approccio non chirurgico” (Verduci Editore). Nel 15° capitolo dedicato alla riabilitazione elenca i numerosi studi che hanno dimostrato l’efficacia della Back School. Li riporto elencando tra parentesi gli autori della ricerca.
(Shirado et al., 2005, Heymans et al., 2005, 2006; Donzelli et al., 2006, Tavafian et al., 2007, 2008)
Il trattamento multidisciplinare della Back School è più efficace dei trattamenti monodisciplinari convenzionali
(Patrick et al., 2004; Storro et al., 2004; Greitemann et al., 2006; Hamre et al., 2007 Krismer et Van Tulder, 2007; Van Geen et Edelaar, 2007)
Un recente studio di coorte compiuto presso il Dipartimento di Ortopedia dell’Università di Hokkaido in Giappone (Shirado et al., 2005), ha documentato l’efficacia dei risultati di una Back School di questo tipo, caratterizzata da un approccio multidisciplinare, con valutazione funzionale ed esercizi terapeutici.
In presenza di dolore cronico la Back School è impareggiabile
Un altro studio randomizzato controllato (Tavafian e al., 2007), eseguito con serietà e difficilmente contestabile, ha documentato anch’esso l’efficacia della Back School; specificatamente, utilizzando il questionario SF-36, gli studiosi hanno appurato che, nell’arco di un periodo di tre mesi, la Back School è in grado di svolgere un ruolo importante nel migliorare la qualità della vita dei pazienti che soffrono di lombalgia cronica. Lo studio è proseguito con un follow-up non solo a tre mesi, ma anche a sei e dodici mesi (Tavafian e al., 2008a). Anche in un arco di tempo più lungo, la Back School si dimostra un intervento efficace che può migliorare la qualità della vita di questi pazienti.
Schematizzando, possiamo affermare che la Back School presenta tre caratteri essenziali, comuni alle varie Back School presenti nel panorama internazionale:
“Education”
(educazione)
Educazione
L’educazione del paziente è un po’ la caratteristica peculiare di tutte le Back School; il paziente partecipa attivamente ad un programma di apprendimento a più livelli: cognitivo, comportamentale, motorio, posturale.
“Exercise”
(esercizio)
Esercizio
L’esercizio, o per meglio dire la riabilitazione attiva orientata primariamente al recupero della funzione, rientra in quella logica di attivare il paziente e combattere la sindrome da decondizionamento.
In questo senso, la Back School può essere definita come un intervento attivo mirato, progettato per sostituire una spaventata inattività con un’utile funzionalità (Hall, in Hall e Hadler, 1995).
“Encouragement”
(incoraggiamento)
Incoraggiamento
L’incoraggiamento è fondamentale, se si pensa al ruolo dei fattori psicologici in questi pazienti. Secondo Hadler (Hall e Hadler, 1995) la patologia in corso non è tanto la lombalgia, quanto in realtà la difficoltà ad affrontare la lombalgia. Un gruppo internazionale di esperti ha classificato l’incoraggiamento e la rassicurazione del paziente al primo posto come impatto nella prevenzione della disabilità in caso di rachialgia (Guzman et al., 2007a, 2007b).
La Back School permette di vincere la paura del movimento
Il paziente con dolore acuto o cronico ha paura del movimento (Kinesifobia), in quanto teme che muovendosi il dolore possa aumentare. La kinesifobia e gli aspetti emotivi sono determinanti nell’evoluzione della malattia, in quanto innescano un circolo vizioso; il paziente ha paura di muoversi, e non muovendosi alimenta la sindrome da decondizionamento e la sindrome ansioso-depressiva (Fig.15-3, vedi anche Fig. 11-3). Un recente studio svedese ha dimostrato l’alta frequenza di kinesifobia e di angoscia psicologica correlate all’intensità del dolore percepito, allo stile di vita ed alla depressione (Lundberg et al., 2006).
La presa di coscienza corporea rappresenta un punto fondamentale che accompagna tutto il nostro programma di Back School. Per presa di coscienza corporea intendiamo “l’esercizio di una forma di attenzione incentrata sul proprio corpo e sulle modalità di funzionamento” (Le Boulch, 1975). Essa si basa su di un arricchimento delle afferenze proprio ed esterocettive che regolano l’adattamento posturale e le risposte motorie del soggetto.
La Back School è efficace anche in presenza di dolore acuto
Burton e al. (1999), mediante una ricerca randomizzata in doppio cieco, hanno dimostrato che un precoce intervento educativo incide positivamente sull’andamento del dolore lombare acuto, a patto che il paziente sia aiutato a ridurre il comportamento da malato e le fobie legate alle presunte conseguenze catastrofiche del mal di schiena, ritrovando le motivazioni per facilitare un precoce recupero funzionale.
Roberts e al. (2002) si spingono oltre, affermando che l’educazione è in grado di modificare anche il comportamento negativo legato al mal di schiena acuto. Secondo gli autori, non solo è possibile educare i pazienti, ma anche modificarne il comportamento attraverso l’acquisizione di specifiche conoscenze, con ricadute positive sulle capacità di autocontrollo, sui livelli di ansia e sul grado di soddisfazione per le informazioni o per le caratteristiche del trattamento ricevute.
Sono utili i manuali pratici pubblicati dalla Back School Programma Toso
Anche nella letteratura più recente troviamo conferma dell’utilità di un approccio educativo. Un ampio studio randomizzato condotto in Francia sostiene che la semplice lettura di un opuscolo educativo può preservare i pazienti dallo sviluppo dei sintomi cronici della colonna vertebrale (Coudeyre et al., 2005; Coudeyre et al., 2007b). Lo studio, presentato al Congresso della International Society for the Study of the Lumbar Spine nel 2005 a New York, documenta come un opuscolo standardizzato, semplice e poco costoso (“Back Book”), può ridurre in modo significativo il numero di pazienti che sviluppano dolore cronico o persistente dopo tre mesi da un episodio acuto. Rispetto ai soggetti di controllo, i soggetti con dolore acuto che sono stati assegnati in modo randomizzato a ricevere “the Back Book” avevano il 25 % delle probabilità in meno di sviluppare dolore cronico o persistente, meno probabilità di consultare uno specialista, assumevano meno farmaci antinfiammatori non steroidei e meno miorilassanti.
A livello psicologico, la comprensione del problema di cui si è afflitti ha di per sé un effetto rassicurante e tranquillizzante. Può essere utile la visione e il commento delle radiografie personali e la formulazione di un questionario del dolore vertebrale.
E’ importante che il paziente comprenda l’effetto nefasto della compressione dei dischi intervertebrali ed il rapporto tra posture e movimenti con la pressione intervertebrale (Nachemson, 1976), per arrivare ad apprendere il rapporto tra minor carico sulla colonna e minor dolore. Infatti, nonostante l’eziologia multifattoriale e a volte non ben determinata delle lombalgie e delle lombosciatalgie, tutti gli studiosi concordano sul fatto che il dolore aumenta con l’aumentare degli stress meccanici (Andersson et al., 1977).
Evidenza scientifica della Back School in letteratura
In un centro di riabilitazione finlandese, Hurri H. ha preso in esame 188 soggetti, 95 inclusi nel gruppo di trattamento e 93 inclusi nel gruppo di controllo, tutti con lombalgia cronica.
Sono stati valutati dolore e disabilità con due questionari, mobilità della colonna vertebrale e forza dei muscoli paravertebrali attraverso test specifici.
Dopo 12 mesi di trattamento con il programma di Back School i test sono stati ripetuti dimostrando un notevole miglioramento di mobilità, forza, dolore e disabilità nel gruppo che ha seguito il trattamento rispetto al gruppo di controllo con dati statisticamente significativi (p>.05). Da questo studio si evince che il trattamento di Back School è efficace per migliorare lo stile di vita in soggetti con lombalgia cronica (Hurri H. 1989).
Nordin M. e coll hanno studiato l’impatto della Back School sulla lombalgia acuta e sub-acuta. L’educazione, gli esercizi di stretching e di mobilità articolare, il rinforzo muscolare sono stati fondamentali nella riabilitazione di queste problematiche, ma i risultati più significativi sono stati ottenuti associando la Back School ad altri trattamenti. Inoltre, un intervento di riabilita-zione deve essere multidisciplinare (Nordin M. e coll 1992).
In una review del 1993, Rainville e coll. hanno analizzato 72 soggetti con lombalgia cronica ai quali è stato proposto un programma di Back School. Il dolore durante il trattamento è diminuito, ma 30 soggetti hanno abbandonato il percorso di riabilitazione. I dati statistici hanno dimostrato che l’incidenza di lombalgia è diminuita nei 42 soggetti che hanno intrapreso il programma di riabilitazione completo e hanno continuato a praticare attività fisica. I soggetti che non hanno completato il trattamento e hanno condotto una vita sedentaria hanno avuto recidive che hanno influito sul lavoro e nella vita quotidiana (Rainville e coll 1993).
Brennan GP. e coll. hanno confrontato la Back School eseguita con soli esercizi di stabilizzazione e di educazione posturale e respiratoria con un trattamento esclusivamente manipolativo. Inoltre, hanno proposto un intervento misto di Back School e Manipolazioni.
La disabilità è stata valutata con l’Oswestry low back pain disability questionnaire dopo quattro settimane dall’inizio dei trattamenti e dopo un anno dalla fine dei trattamenti.
Lo studio di Carpes FP. e coll. ha indagato l’efficacia del programma di Back School sul dolore lombare in 6 giovani donne sottoposte a 20 sedute di allenamento con esercizi di stabilità del tronco, di equilibrio e coordinazione, mobilità articolare. Hanno raccolto i dati sul grado di dolore qualitativo, hanno eseguito i test di stabilizzazione della bassa schiena, cinematica del bacino ed equilibrio. A fine trattamento, il dolore lombare è diminuito o scomparso con dati statisticamente significativi (p=.001), c’è stato un miglioramento della forza dei muscoli stabilizzatori del tronco e dell’equilibrio, mentre la mobilità articolare non ha avuto miglioramenti statisticamente significativi (p=.356) (Carpes FP. 2008).
In una clinica di San Paolo, in Brasile, Garcia AN. ha confrontato il metodo McKenzie con il pro-gramma di Back School eseguito anche a domicilio in 148 soggetti con lombalgia cronica non specifica che sono stati divisi in due gruppi. I trattamenti hanno avuto una durata di 4 settimane. I due gruppi sono stati valutati con la scala di dolore VAS e l’indice di disabilità con il Roland Morris Disability Questionnarie.
Sono stati testati dopo i trattamenti, dopo tre e sei mesi. Il gruppo che ha seguito il trattamento con il metodo McKenzie ha avuto un miglioramento maggiore nella disabilità alla fine del trattamento (media effetto = 2.37 punti, 95% intervallo di confidenza = 0,76 a 3,99), ma non per il dolore (media effetto = 0,66 punti, 95% intervallo di confidenza = -0.29 a 1.62 ), mentre a 3 e 6 mesi non sono state rilevate differenze tra i due trattamenti. In conclusione, il metodo McKen-zie è stato più efficacie a breve termine per la disabilità, ma non per il dolore per il quale entrambi i gruppi hanno ottenuto dei benefici. A lungo termine entrambi i metodi sono risultati efficaci sulla disabilità e sia sul dolore (Garcia AN. 2013).
In un articolo del 2014, condotto su 56 soggetti anziani affetti da dolore lombare cronico peggiorato negli ultimi tre mesi, Constantino C. e coll. hanno confrontato il programma di Back School con un programma di idroterapia per un periodo di 12 settimane. Entrambi i trattamenti sono stati eseguiti due ore alla settimana ed è stato sottoposto il Roland Morris Disability Questionnaire a ciascun soggetto prima e dopo il trattamento.
In entrambi i gruppi sono stati registrati dei miglioramenti statisticamente significativi (p=.005) e entrambe le metodiche sono valide, tuttavia il programma di Back School può essere favorito per la sua semplicità e il piccolo numero di risorse necessarie (Costantino C. e coll 2014).
Nello studio di Soer R. e coll., condotto su 170 soggetti con lombalgia cronica non specifica, la Back School è stata associata a un programma di incremento della resistenza aerobica.
I soggetti sono stati divisi in due gruppi trattati rispettivamente con un programma di Back School e con un programma di Back School associato a un allenamento volto al miglioramento del sistema cardio-respiratorio. Entrambi i gruppi sono stati sottoposti al Roland Morris Disability Questionnaire. Sono stati registrati miglioramenti in entrambi i gruppi, maggiormente in quello sottoposto a trattamento combinato (Soer R. e coll 2014).
Matias Noll e coll., hanno condotto una revisione sistematica della letteratura riguardante la Back School per comprendere la sua utilità. Sono stati trovati 14 studi quantitativi e 4 studi qualitativi, gli studi hanno mostrato molte differenze tra di loro; tuttavia, l’uso di strumenti di valutazione simile per valutare l’intensità del dolore, lo stile di vita, l’indice di disabilità, ha permesso un confronto sull’efficacia di questo programma.
In generale, la riduzione del dolore e il miglioramento della capacità funzionale dopo il programma di Back School è stata constatata in tutti gli studi a breve termine, mentre a medio e lungo termine i risultati sono ancora contrastanti. È necessario effettuare ulteriori studi che includano le valutazioni di follow-up a medio e lungo termine al fine di ottenere conclusioni più precise circa i benefici del programma di Back School (Matias Noll e coll. 2014).